giovedì 10 dicembre 2009

RIFLESSIONI SUL CLIMA FUTURO: DOPO KYOTO, IL CLIMA A PORTATA DI ENTE LOCALE

Si è aperta a Copenhagen la quindicesima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima. 
Al centro di questo importantissimo vertice vi sarà l'ampliamento della convenzione internazionale sui cambiamenti climatici e la firma di un nuovo accordo mondiale che dovrebbe succedere al Protocollo di Kyoto.
DIBATTITO. Ciò che oggi più che in passato è posto al centro del dibattito, sono le possibili ripercussioni socio-politiche dell'aumento della temperatura terrestre. 
Secondo gli studi più recenti, infatti, il fenomeno di surriscaldamento climatico apparirebbe ben più veloce della capacità di adattamento di molte specie animali e vegetali, la cui scomparsa o migrazione dai loro habitat produrrebbe gravi squilibri nella catena alimentare terrestre. Le difficoltà di approvvigionamento di cibo che seguirebbero tali fenomeni potrebbero dunque diventare in futuro uno dei principali motivi di conflitto fra gli stati del mondo. 
SURRISCALDAMENTO. Sulla questione del surriscaldamento terrestre, il IV rapporto dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), comitato scientifico sul mutamento climatico formato nel 1988 da due organismi delle Nazioni Unite, la World Meteorological Organization (Wmo) e l'United Nations Environment Programme (Unep), afferma: " il riscaldamento del sistema climatico è inequivocabile, come risulta dalle osservazioni dell'incremento delle temperature medie dell'aria e degli oceani, dal diffuso regresso delle superfici coperte da neve e ghiacciai, e dall'aumento dei livelli medi del mare". Prosegue poi scrivendo: " gran parte del riscaldamento osservato dalla metà del XX secolo va attribuito molto probabilmente (cioè con probabilità superiore al 90 per cento) all'incremento dei gas a effetto serra emessi dalle attività umane".
TEMPERATURA. Certamente il dato dell'aumento della temperatura non possiamo misurarlo su "quanto caldo fa oggi" . Come spiegano bene gli studiosi del clima, infatti, esso va analizzato su di un ampio arco di tempo, ed è questo che permette di attestare l'inesorabile crescita delle temperature terrestri degli ultimi cento anni. 
Dall'inizio del '900 la terra ha subito un surriscaldamento generale stimabile intorno agli 0,8°C. La soglia pericolosa stimata dai più accreditati climatologi è di 2°C. Serve pertanto uno sforzo a livello mondiale per restare al di sotto di tale limite. Per ottenere questo si è calcolato che l'aumento delle emissioni deve arrestarsi in tutto il mondo entro il 2020 al massimo. 
L'Unione Europea si è già impegnata a ridurre entro quell'anno le emissioni di almeno il 20% rispetto ai valori del 1990 e, se altri paesi della terra seguiranno l'esempio, è disposta ad arrivare al 30%. Entro il 2050 intende eliminare la maggior parte delle emissioni. Per tale ragione, nel dicembre del 2008 l'UE ha adottato una strategia integrata in materia di energia e cambiamenti climatici, che fissa obiettivi ambiziosi. Lo scopo è indirizzare l'Europa verso un futuro sostenibile sviluppando un'economia a basse emissioni di CO2 improntata all'efficienza energetica. 
STATI UNITI. Gli Stati Uniti stanno prendendo in considerazione un taglio decisamente inferiore dell'Europa. 
Ormai due settimane fa Obama ha annunciato che gli Stati Uniti sono disposti a una riduzione della CO2 del 17% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2020 (cioè -3% rispetto al 1990), del 30% al 2025, del 42% al 2030, fino ad arrivare all'83% (sempre rispetto ai livelli del 2005) entro il 2050. Si tratterebbe tuttavia di obiettivi "provvisori", visto che Obama si trova a rapportarsi con un Congresso che non ha mai emanato una precisa legislazione riguardante i limiti delle emissioni. 
Brasile, Sud Africa, India e Cina in questi giorni hanno presentato la loro controproposta, di cui per ora si sa solo che ribadisce l'inaccettabilità di obiettivi vincolanti per i paesi poveri, come anche di verifiche internazionali sui risultati di azioni di mitigazione che non siano finanziate dai paesi ricchi.
INCERTEZZA. Nonostante l'incertezza trasmessa dai grandi governanti del mondo, molti enti locali chiedono di partecipare alla discussione con i grandi del mondo al fine di essere partner degli stati nelle azioni di mitigazione, così da poter accedere ai meccanismi finanziari e soprattutto per fare in modo che le città siano inserite in una rete di scambio e supporto per la diffusione di strategie energetiche sostenibili e di piani di azione comune. 
ESPERIENZA. In Italia gli esempi positivi non mancano certamente. Si pensi all'esperienza dei comuni virtuosi nell'ambito della raccolta differenziata dei rifiuti, o alle esperienze del Trentino Alto Adige, della provincia di Udine o della stessa Arzignano, per restare nel vicentino, sul fronte dei regolamenti energetici per gli edifici. 
In ambito locale le modalità applicabili sono oramai molteplici: dalla costituzione delle ESCO (società locali di servizi energetici), con produzione in loco di energia pulita, alla realizzazione di piani della mobilità che riescano ad incentivare il mezzo pubblico; dai piani energetici comunali che riqualifichino gli edifici secondo consumi razionali e ridotti al rinnovo del "parco lampadine" della pubblica illuminazione. 
Questi sono tutti progetti alla portata di amministratori locali sensibili ed intelligenti, iniziative che riescono peraltro a " liberare" competenze, professionalità e posti di lavoro qualificati e che si muovono nella direzione di quella straordinaria opportunità chiamata "green economy" .
CLIMA. In occasione della settimana mondiale sul clima, Copenaghen ha anche scelto un modo alternativo per illuminare l'albero di Natale sulla piazza del municipio: i visitatori ed i cittadini della città possono produrre loro stessi l'energia necessaria pedalando su 15 cyclette collegate a 7.000 luci…speriamo pertanto che il prossimo Natale possa portare un bel regalo al clima del nostro Pianeta: auguri Gaia!

Stefano De Marzi (ex assessore all’ambiente comune di Arzignano)
Stefano Frighetto (consigliere comunale di Arzignano)


Pubblicato sul Giornale di Vicenza del 10 dicembre 2009

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